Porta Garibaldi venne eretta nel 1848 ad opera dell'architetto
Giacomo Moraglia.
Fu costruita quando i bastioni persero di importanza difensiva,
non svolgendo più la funzione per la quale erano stati creati.
Prima di quegli anni, sorgeva un'altra porta, quest'ultima antica e
di carattere romano prendeva il nome di Porta Comasina;
fuori di essa sorse il borgo omonimo, dove avevano residenza
braccianti e muratori.
Fu demolita nel sedicesimo secolo e venne sostituita da
una nuova porta, collocata nel percorso delle mura spagnole.
In epoca napoleonica, il governo fece un piano di rifacimento
delle porte di ingresso che dovevano essere adibite a caselli daziari,
demolendo le mura spagnole e le porte annesse.
Il progetto fu inizialmente affidato al Cagnola,
prima del passaggio di testimone a Giacomo Moraglia.
L'arco trionfale a una fornace era fiancheggiato da due caselli daziari,
divisi dall'arco tramite dei passaggi pedonali.
Il materiale utilizzato per la sua costruzione fu la pietra di Viggiù;
Viggiù è un piccolo paese in provincia di Varese famoso
per le sue roccie di qualità.
Sulla sommità dell'arco, vennero collocati quattro colossi
che simbologgiavano i fiumi più importanti della regione:
Po, Adda, Ticino ed Olona.
Fu dedicata a Garibaldi nel 1860 in merito alle eccellenti vittorie
conseguite a Varese e San Fermo.
Al giorno d'oggi si presenta a noi con uno stile dorico.
Il termine porta Garibaldi indica anche
la stazione ferroviaria, non lontana dalla porta,
la seconda della città come traffico complessivo.
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